Una riflessione sul caso listopoli su “La Repubblica”
Su La Repubblica – Napoli di oggi, 8 febbraio 2017, Roberto Fuccillo firma il seguente articolo sul caso dei candidati a loro insaputa, che sta toccando esponenti del Partito Democratico di Napoli.
Bassolino: “II PD qui è senza testa, siamo ai piedi di Pilato”
«Siamo ai piedi di Pilato». Si affida a una delle espressioni più popolari Antonio Bassolino per tornare a ribadire lo sconcerto che ormai ha invaso ciò che resta del PD napoletano dopo la vicenda dei candidati ignari. «Nove candidati a loro insaputa su 40 sono tanti – constata l’ex sindaco – le indagini della magistratura accerteranno se vi sono fatti penalmente rilevanti. La vicenda non riguarda la lista del PD, ma il danno per il partito è enorme. Molte persone si pongono domande semplici e delicate. Chi ha proposto le nove candidature? Chi ha richiesto i certificati di iscrizione nelle liste elettorali? Chi ha firmato le false accettazioni di candidatura? Chi ha autenticato le false candidature? Dare risposta a queste domande è un dovere civico e politico. Altrimenti si smarrisce ogni senso di serietà e di responsabilità».
Domande che Bassolino scarica sulla sua pagina Facebook. Col risultato peraltro di raccogliere subito circa 200 “Mi piace”, il primo dei quali si deve a un insospettabile, ovvero quel Francesco Nicodemo che da tempo è uno dei principali cantori del verbo renziano a Napoli. Un segno sia pur postumo della difficoltà con cui l’area dell’ex premier visse l’ascesa della candidatura di Valeria Valente a Napoli, strappata dai “giovani turchi” di Andrea Orlando sul tavolo delle trattative nazionali. Che questo sentimento dei renziani doc si incontri con il principale avversario di Valente, ovvero lo stesso Bassolino, non può far meraviglia più di tanto. Mentre anche il presidente della Regione Enzo De Luca definisce la vicenda «vergognosa» e chiede «massimo rigore» perché «non ci sono giustificazioni possibili, c’è solo da vergognarsi».
D’altronde l’atmosfera di “caccia a Valeria” ha sostenuto negli ultimi giorni l’ipotesi di rinviare l’assemblea provinciale, già convocata per decidere della data del congresso. Doveva tenersi il 9. Ieri il segretario Venanzio Carpentieri e la presidente Elisabetta Gambardella hanno tenuto conto solo delle richieste di alcuni parlamentari, segnatamente l’europeo Andrea Cozzolino, sostenitore di Valente, che ha chiesto ü rinvio in ragione di un convegno, venerdì 10 a Città della Scienza, cui parteciperanno anche il capogruppo a Strasburgo Gianni Pittella, la commissaria UE Corina Cretu e lo sfidante ufficiale di Renzi, ovvero Michele Emiliano. L’assemblea provinciale è stata così rinviata a sabato 11 all’hotel Ramada, sapendo peraltro che il giorno prima Pittella e Emiliano potrebbero anche contare ciascuno le proprie truppe in Campania.
D’altro canto, lunedì è già sceso a Napoli Guglielmo Epifani per riunire l’area riformista, cioè la sinistra di Bersani e Speranza. Constatata la gravita della vicenda dei candidati ignari, Epifani ne ha concluso che «c’è bisogno anche qui di fare un congresso» mentre il leader campano Gianluca Daniele sentenziava che «a Napoli il PD è un partito che non esiste». Tesi peraltro assai simile a quella di un pittelliano doc come Emilio Di Marzio: «Il PD a Napoli è ai minimi termini di credibilità e di consenso». E, poiché quella di sabato si annuncia come un’altra riunione in cui voleranno stracci, ecco che un possibile candidato alla segreteria come Antonio Marciano, vicino a Bassolino, chiama in causa il Nazareno: «Possibile che da Roma nessuno pensi sia giusto, necessario e responsabile partecipare all’assemblea metropolitana del Pd di sabato prossimo? Possibile che il partito, napoletano e campano, sia così indifferente al gruppo dirigente nazionale? Come è possibile continuare a voltare lo sguardo altrove?».
Guarda caso, anche Bassolino si appella a Roma: «A Napoli è come se il PD non esistesse. Ma Napoli è la testa del Mezzogiorno ed è una testa importante dal punto di vista nazionale. Che partito è il PD senza la testa a Napoli? Sento il dovere di impegnarmi, spero che lo facciano tutti, da Renzi a ogni militante e iscritto».