Un intervento di Vito Nocera, 12 febbraio 2016

Pubblicato il 12 febbraio 2016 da Redazione in Dalla Redazione


Vito Nocera è stato, ed è ancora, uno dei maggiori esponenti della sinistra napoletana, fra i fondatori di Democrazia Proletaria (1977) e Rifondazione Comunista (1991).

Oggi scrive:

Il sindaco uscente si autocompiace di una “rivoluzione” di cui perfino il termine, cosi solenne e tragico, suona offensivo. Alcuni tra i candidati delle primarie parlano di improbabili città a misura di giovani o bambini. E’ in questo quadro che Bassolino appare il candidato più solido e concreto.

Ci sono gli anni passati al potere, è vero. Ma, per chi non cede a narrazioni di comodo, lì ci furono in realtà delle ombre ed anche molte luci. Si potrebbero elencare la metro o le iniziative culturali di spessore. La scelta, ancora unica in Italia, del reddito di cittadinanza o quella – esplosa la crisi nel 2007 – di sostenere il reddito dei cassaintegrati portando il loro salario al massimale consentito dalle norme.

Ci sarebbe, però sempre qualcuno a riparlare di rifiuti. Da protagonista (modesto) un po’ di frontiera di quegli anni ritengo corretto ricordare che se quel ciclo integrato tardò ad essere completato non fu solo colpa del governatore. Penso a chi, anche della mia antica parte politica, piuttosto che farsi carico preferì cavalcare quella vicenda con cinismo. E che se oggi la crisi è sotto controllo (anche se non strutturalmente risolta) lo si deve all’impianto in funzione ad Acerra e alle altre strutture costruite negli anni del Bassolino commissario.

Bassolino anche oggi appare il candidato più convincente. Gira i quartieri difficili, parla con le persone, prova a sfidare la frammentazione e a ricostruire legami sociali, a fare comunità. In questo è di sinistra. Ed è consapevole che senza maturità istituzionale, dialogo tra poteri diversi, un rapporto serio con il governo centrale, una città come Napoli non la governi.

C’è saggezza e vocazione al futuro nella sua azione di queste settimane, e mi appare anche umanamente più pronto, più capace di comprendere i propri limiti. E questa e’ una garanzia anche per la democrazia“.

QUI il testo integrale del suo bell’intervento.

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