Una riflessione sul PD e le tessere su “La Repubblica”
Su La Repubblica – Napoli di oggi, Ottavio Lucarelli firma il seguente articolo sull’assemblea del Partito Democratico di Napoli del 11 febbraio 2017.
Bassolino: “Partito quasi morto, attenti alle tessere”
«Pensiamo di andare avanti in consiglio comunale e a Napoli come se non fosse successo nulla? Ma siamo pazzi? Così rischiamo una fine indegna». Attacca Bassolino all’assemblea del partito democratico.
Siede in una delle ultime file. Al suo fianco il notaio Tino Santangelo, ex vicesindaco ed ex presidente della società Bagnolifutura. Nel mirino Valeria Valente, la deputata sua ex fedelissima che lo ha eliminato alle primarie nella corsa a sindaco per le elezioni comunali perse malamente dal PD per la seconda volta consecutiva.
Un’assemblea agitata. Nei giorni scorsi, dopo la scoperta delle “candidature fantasma” nella lista di appoggio “Napoli Vale”, Bassolino aveva già parlato di un PD napoletano ai minimi storici e questa vetrina non se la vuol far sfuggire. Al punto che si avvicina al tavolo della presidenza e avverte Elisabetta Gambardella, che guida la riunione e che, nel momento in cui manca il numero legale, dà comunque via libera al dibattito: «Fate bene a non rinviare, ma se lo fate mi siedo io al tavolo e faccio io l’assemblea».
Bassolino aspetta il suo turno e a metà discussione, dopo oltre due ore, prende la parola: «Non conosco il consigliere Madonna che ha autenticato le firme, ma dobbiamo aspettare che sia la Procura a fare le indagini. E noi che siamo qui non possiamo sapere cosa è accaduto? Il partito ha chiamato le otto-dieci persone che hanno fatto le liste? Li hanno portate in una stanzetta chiedendo loro come sono andate le cose?».
Poi getta altre ombre sul partito: «Organizziamo il congresso provinciale, bene. Apriamoci ad altre forze, ma stiamo attenti. Io non ne so nulla, ma le tessere del PD di Napoli siamo sicuri che non siano come le firme false?».
Bassolino chiama e incalza anche l’ex premier: «Mi sarei aspettato di vedere una piena corresponsabilità del partito. Mi sarei aspettato che Renzi, se fosse ancora quello che io ho votato, chiamasse il segretario Venanzio Carpentieri dicendo: vengo a Napoli, per assumersi così con tutti la responsabilità per quello che è successo».
Bassolino critica anche Assunta Tartaglione: «Mi sarei aspettato di vedere qui la segretaria regionale che ci ha invitato a non usare solo Facebook. Quando mi invitano sono il primo ad arrivare e ascolto tutti. E, se me lo chiedono, sono pronto ad andare ovunque, anche ad affiggere i manifesti».
Poi ricorda i suoi successi di 25 anni fa: «Il PD a Napoli oggi è quasi al suicidio. E uso il quasi come speranza. Nel 1993, quando sono tornato a fare il commissario del PDS, il partito era all’8 per cento a Napoli e dopo sette mesi abbiamo vinto le elezioni comunali. Chi comanda da sette anni a questa parte, in cui ci sono state solo sconfitte, vuole fare una riflessione critica? I problemi del PD a Napoli sono frutto di scelte legittime, ma prese in accordi lontani da Napoli».